lunedì 9 maggio 2011

Monte Sagro (m.1752)

Narra la leggenda che al tramonto dell'impero romano la città di Luni era alla mercè dei barbari e durante una delle loro più tremende scorribande gran parte degli abitanti fu costretto alla fuga verso le Alpi Apuane. Giunti su un monte sopra a Vinca si sentirono al sicuro e si fermarono per riposarsi e poichè fra di loro c'erano alcuni dei primi cristiani, questi decisero di celebrare una messa per ringraziare dello scampato pericolo. Da allora quel monte divenne "sacro" per i popoli che andarono a popolare la vicina Vinca e la vallata abitata dai Liguri Apuani.

Le cave di marmo sotto Campo Cecina


Postazioni di difesa per la Linea Gotica

Cave nel versante fivizzanese


Questa è una delle storie che si tramandano per spiegare l'etimologia del nome del Monte Sagro, secondo altri invece deve la propria sacralità alle popolazioni preistoriche della zona che vedevano nel monte il simbolo del sacro femminile, come dimostra l'orientamento di alcune statue stele ritrovate in Lunigiana o alcuni siti solari preistorici.

Foce Faggiola con la Pania sullo sfondo

Fiori verso la vetta

Uno dei numerosi ometti che si incontrano lungo il sentiero














 Al di là dell'origine del nome il Monte Sagro rimane una delle mete più conosciute e apprezzate sulle Alpi Apuane, sia per la facilità sia per la bellezza del posto. Punto di partenza consigliato è Campo Cecina, precisamente dalla Foce di Pianza e da qui seguiamo il sentiero CAI 172. Il sentiero sale dolcemente in mezzo a un paesaggio quasi lunare con vista da entrambe la parti sulle cave di marmo. Poco prima di Foce Faggiola troviamo resti di alcune postazioni militari approntate dagli alpini della " Brigata Monterosa" durante la seconda guerra mondiale, probabilmente a difesa dell'accesso alla Lunigiana in caso di avanzata degli Alleati. Giunti al bivio di Foce Faggiola seguiamo i segni blu del sentiero che ci porta alla vetta mentra il sent. n. 172 prosegue verso Foce Luccica. Ora il sentiero sale in maniera più decisa passando sopra a rovine di costruzioni utilizzate da pastori e cavatori nel giro di un'ora arriviamo alla vetta.

Panorama verso Vinca e la Lunigiana

Il Pizzo d'Uccello

Da quassù il paesaggio ci appaga della fatica fatta e come ci ricorda la tabella sul marmo la vista arriva sulle vicine vette delle Apuane e dell'Appennino oltra che su quasi tutta la Lunigiana, ma nelle giornate più limpide è possibile vedere perfino la Corsica e il Monviso.



Per la discesa seguiamo il solito sentiero oppure possiamo compiere una specie di anello seguendo il sentiero n.173 che ci riporterà alla Foce di Pianza.

La croce di vetta



Il Pisanino, il Grondilice e il Monte Cavallo

Una considerazione: in questi giorni si sente tanto parlare contro le cave di marmo su molti social network e alcuni propongono addirittura la chiusura di queste. Io personalmente credo che le cave di marmo oramai siano una peculiarità paesaggistica delle Apuane e  che sia assolutamente necessaria una regolazione rigida per le colture del marmo. La produzione dello sfarinato ha accellerato notevolmente il processo di distruzione delle montagne, ma non possiamo dimenticare che le cave sono anche posti di lavoro. Non si può essere assolutamente pro o contro ma si deve cercare una situazioni intermedia che salvaguardi questo nostro patrimonio alpinistico anche per le generazioni future

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