martedì 28 agosto 2012

ALTA VALTELLINA '12: Il Rifugio Pizzini (m.2706)


Il Rifugio Pizzini

Sotto l'imponente sagoma del Gran Zebrù, alla fine della Val Cedec, fra i ghiacciai del Parco Nazionale dello Stelvio, troviamo il Rifugio "Pizzini-Frattola". Siamo in Valfurva, nel comprensorio dell'Alta Valtellina.

Il Gran Zebrù (m.3857)


Per raggiungere il rifugio l'ideale punto di partenza è la località Forni, con l'omonimo albergo. Da qui si segue una facile carrareccia che sale in mezzo ai pascoli fino a Baite di Forni. Si devia verso verso nord est e seguendo la Val Cedec, chiaramente di origine glaciale, si continua a salire senza particolari pendenze verso il rifugio.






Ristrutturato nel 2002 e gestito dalla famiglia Compagnoni, il "Pizzini" sorge su uno sperone erboso in uno splendido circo glaciale racchiuso a Nord dalla mole del Gran Zebrù, a Est dal Ghiacciaio del Cevedale ed a Ovest verso l’elegante piramide del Pizzo Tresero. 

La Val Cedec

Resti di postazioni di guerra

Verso il Ghiacciaio dei Forni
Per il ritorno si consiglia di seguire il sentiero che corre più a monte e che offre una vista più area sulla vallata. Poco sopra a Forni troviamo i resti di alcune postazioni della Prima Guerra Mondiale. Non dobbiamo dimenticare che questa zona fu teatro di scontri durante il conflitto, poichè qui correva il confine fra l'italiana Lombardia e l'allora austro-ungarico Trentino. Proprio nel gruppo dell'Ortles-Cevedale si toccò la quota più alta del fronte, che subì poche modifiche durante la guerra poichè oltre all'avversario si doveva fare i conti con il difficile ambiente e le condizioni proibitive che si incontrano sopra i 3000 metri di quota.


Panoramica nei pressi del Rifugio


Ringrazio tutti i compagni del CAI di Fivizzano per questa tre giorni in Valtellina e la Valtourist per la sua impeccabile organizzazione. Alla prossima!

martedì 14 agosto 2012

Monte La Nuda (m.1893)

La vetta 
Il termine La Nuda ha una origine incerta, anche se presumibile. Dal lato emiliano, il monte veniva denominato in passato utilizzando i toponimi Alpe delle Pielle o Nuda delle Pielle, a causa della folta presenza di abeti bianchi sui suoi versanti settentrionali. L'attuale denominazione potrebbe essere stata imposta dai topografi che hanno preso il comune detto locale utilizzato per tutti i pascoli sopra il limite del bosco: in t'la nudda, Dal lato lunigianese, vi è invece la tradizione dialettale di attribuire la locuzione an'tla Nuda alla parte più elevata delle montagne appenniniche, ad indicare la montagna brulla, senza alberi e pertanto spoglia.


Il crinale dell'Appennino Tosco-Emiliano da Pradarena fino all'Abetone

La vetta del monte è contraddistinta da una vecchia stazione radio degli anni '20 che metteva in comunicazione l'arsenale di La Spezia con la pianura padana.



Le Alpi Apuane
Se vi trovate in zona in un limpido pomeriggio di fine estate potete salire su questa facile cima seguendo due percorsi. Seguire il sentiero 00 GEA dalla Loc. Belvedere fino al Bivacco Rosario, salire alla Foce del Gendarme e  da qui seguire il sentierino fino alla vetta oppure prendendo la seggiovia che parte da Cerreto Laghi e arriva al Rifugio La Piella, quindi seguendo la strada sterrata che sale per le piste si trova sulla destra una deviazione che conduce alla cima.



Escursionisti sul Gendarme

Da qua possiamo osservare il versante nord della catena delle Alpi Apuane, buona parte dell'Appennino Tosco-Emiliano con le vette del M.te Cusna , del M.te Prado e del M.te Cimone e la Pietra di Bismantova verso la pianura. Nelle giornate più limpide si possono scorgere la Corsica e le Alpi. Per affrontare questi itinerari in inverno consiglio l'uso di ramponi da ghiaccio.


Da sopra il Vallone dell'Inferno verso l'Alpe di Succiso e il Ventasso


Se volete maggiori informazioni su questo itinerario e su altri presenti qui nel blog, vi suggerisco la guida turistica ed escursionistica "Passeggiate ed escursioni a Fivizzano e dintorni", pubblicata dal CAI di Fivizzano. Cliccate tutti qui!

giovedì 2 agosto 2012

ALTA VALTELLINA '12- I Laghi di Cancano

Primo di due post dedicati all'uscita con il CAI di Fivizzano in Alta Valtellina. Foto realizzate con una Nikon D300, gentilemente prestatami da Paolo.




L'azzurro intenso del lago

Poco distante da Bormio, in direzione ovest verso Livigno, troviamo il comune di Valdidentro, formato da una serie di piccoli paesini sulla strada che porta al Passo del Foscagno. Meritano una visita i laghi di Cancano, formatisi a causa dello sbarramento dell'omonima diga e da quella di San Giacomo.



Cima Piazzi (m.3438)















Panorama verso Bormio da San Carlo



















Il bacino di San Giacomo fu iniziato nel 1940 e fu terminato nel 1950 quando vennero ripresi i lavori sospesi in occasione del secondo conflitto mondiale. Il suo bacino è alimentato dal canale Spòl, dai torrenti Alpe, Gavia, Frodolfo, Zebrù, Braulio e Forcola e, in parte anche dal fiume Adda che sorge poco lontano. La diga di Cancano fu invece ultimata nel 1956 ed è alimentata dal torrente Viola e dalle acque di svaso della diga di San Giacomo.

L'imponente diga

Panorama verso cima La Reit

La diga di Cancano

















Questi specchi d'acqua di notevoli dimensioni sono molto pittoreschi per il loro colore azzurro intenso e per la loro posizione circondata da cime e ghiacciai. Molto suggestivo il periplo dei due laghi che può essere affrontato sia a piedi che in mountain bike, con numerose aree sosta lungo il percorso.

Verso la diga di San Giacomo